Più degli aumenti, più delle automobili aziendali, dei buoni pasto o dei rimborsi-spese, i vecchi e futuri dipendenti chiedono un numero maggiore di ferie e garanzie di flessibilità.
Il tempo è denaro
Da sempre, le aziende conoscono il valore del tempo: quanto pagarlo e come far fruttare al massimo le fatidiche 40 ore settimanali.
Ultimamente, – e in maniera particolarmente accentuata in questi due anni – anche i dipendenti aziendali (o i candidati come tali) ne hanno scoperto il vero valore. Così, nel momento in cui si arriva a decidere se entrare (o restare) nel team di un’azienda, elementi come lo smart working, ferie, flessibilità e sostenibilità avranno un peso notevole.
In altre parole, i benefits che lasciano maggior tempo a disposizione alle persone, sono divenuti più importanti del posto fisso o dell’aumento di stipendio/gerarchia. Da una parte, le aziende hanno un budget destinato agli incrementi di stipendio inferiore; dall’altra, sono aumentate le esigenze delle persone (palestra, figli, corsi di aggiornamento, ecosostenibilità). Tutto ciò, si è tradotto in una trasformazione del tempo e delle componenti variabili in “cash”: sia in termini di “offerta” da parte dell’azienda (in sede di colloquio o per convincere un dipendente a restare), sia in termini di richiesta da parte delle persone, soprattutto talenti e specialisti di un determinato ambito.
Secondo una ricerca sul Capitale umano condotto da Mercer, oltre un terzo del campione preso in esame prevede sistemi di benefits flessibili; l’altro 10% ha in programma di metterli in essere entro il 2022.
Oltre a smart working e ferie, quale sono gli altri benefits di maggior rilievo?
Elementi che riguardano la pensione, il supporto alla persona e alla famiglia, dalla scuola, ai trasporti, allo sport, fino all’assistenza medica, sono i benefits maggiormente ricercati. In aumento, quindi, sono quelle imprese che contribuiscono alle spese per la scuola materna e per i campi estivi, oppure che dispongono di un asilo aziendale; Il 15%, invece, offre borse di studio ai figli dei propri dipendenti; il 40% paga, spesso per intero, il costo di corsi di formazione e/o aggiornamento ai propri dipendenti.
In linea con i più recenti interventi normativi, – e in misura crescente – viene garantita equità retributiva tra uomini e donne, oltre a mirati piani di inclusione lavorativa.
Nondimeno, viene soppesato l’impegno aziendale in termini di sostenibilità: che cosa fa l’impresa a favore dell’ambiente?
Per attrarre e trattenere i migliori talenti, quindi, le aziende dovranno stare attente a quelli che sono diventati i “benefits di tendenza”. Oltre a questo, sarà importante offrire ai propri collaboratori di impresa un percorso di sviluppo ben delineato, una buona varietà di progetti innovativi e di impatto sul business.
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