A completamento del ciclo vaccinale, molte aziende stanno richiedendo ai propri dipendenti di rientrare in ufficio.
Per poter ristabilire un sano equilibrio all’interno della proprio azienda, dopo così tanto tempo e così tanti cambiamenti, è importante riuscire a comprendere a fondo le esigenze e le paure di tutti.
Come sono stati i lavoratori dipendenti tra le quattro mura domestiche? Com’è cambiato il loro rapporto con il lavoro, rispetto alla propria famiglia, all’ambiente o da un mero punto di vista economico o psicologico?
Incentivi al dipendente
Secondo un’indagine condotta da Uil, la metà dei lavoratori dipendenti non se la sente di rientrare in ufficio, soprattutto se deve farlo alle stesse condizioni iniziali.
Il modo di concepire il tempo e lo spazio, da parte dei dipendenti aziendali, è stato totalmente cambiato dallo smart working. Tra le principali ragioni della reticenza al lasciare il lavoro da casa, c’è l’assenza del tragitto casa-lavoro e viceversa. Elemento che si traduce, da parte del lavoratore, in un considerevole risparmio di tempo, denaro e stress. C’è, poi, chi ha lasciato l’appartamento in affitto nelle grandi città, prediligendo qualcosa di decisamente più economico in provincia; chi ha riscoperto il rapporto con la propria famiglia, riuscendo a conciliare meglio la propria vita rispetto a questa, o anche solo agli impegni domestici.
Vediamo cosa può fare, allora, il titolare di impresa per riportare armonia (e dipendenti) in sede.
Lavoro ibrido
Tra le soluzioni più gettonate, c’è quella di mixare lavoro in presenza e da remoto.
Molte grandi aziende (tra cui anche Apple), ad esempio, prevedono il lavoro in ufficio il lunedì, il martedì e il giovedì, a partire dall’autunno, e lavoro da remoto per due volte a settimana. C’è addirittura chi, in accordo con i propri dipendenti, ha deciso di procedere al lavoro in presenza “al bisogno”, ovvero decidere, di volta in volta, il giorno (o i giorni) in cui è necessario operare direttamente dalla sede aziendale, magari fissando un minimo di giorni al mese.
Crescita iniziative welfare
Anche in Italia, sono molte le aziende che hanno deciso di aumentare il numero di benefit destinati ai propri dipendenti.
Tra questi, in ottemperanza alla proposta della Legge del bilancio 2021, figura il welfare della mobilità. Nello specifico, si tratta di un’agevolazione fiscale delle somme destinate non solo agli abbonamenti ai mezzi pubblici regionali o interregionali, ma anche “per l’acquisto, il noleggio e la fruizione condivisa in sharing di mezzi di trasporto quali auto, moto scooter, e-bike in servizi aziendali (corporate sharing), dal dipendete e dai familiari. Oltre ad agevolare il lavoratore, l’obiettivo è anche quello di promuovere una mobilità sempre più green.
Un altro emendamento, invece, riguarda il raddoppio del plafond di esenzione fiscale dei fringe benefit. Tale provvedimento, infatti, potrebbe avere effetti vantaggiosi sia al sostegno del reddito dei lavoratori, sia come sostegno alla ripresa dei consumi interni, oltre che costituire un vantaggio fiscale per le imprese.
Aumento dei salari
Nonostante una grossa fetta di lavoratori metta la flessibilità in cima alle proprie priorità, il salario resta sempre la voce principale.
A Londra, ad esempio, è stato richiesto un aumento dello stipendio di oltre 5000 sterline, ovvero l’equivalente del costo dell’abbonamento annuale per i quotidiani trasferimenti dalla cittadine circostanti. Nella capitale inglese, solo il 17% dei lavoratori della City è disposto a tornare in ufficio come nulla fosse. Il denaro, invece, riattiverebbe una quota ulteriore del 43%.
Riprogettare gli ambienti di lavoro
Non solo sarà necessario riorganizzare gli spazi all’interno della propria azienda, così da garantire al massimo la sicurezza, ma sarà utile proprio ripensare al modo di intendere il lavoro.
Oltre ad una maggiore flessibilità organizzativa ed open spaces, nell’ufficio del futuro (imminente) tecnologia e digitalizzazione giocheranno un ruolo centrale. Pertanto, resteranno attive videoconferenze, lavagne virtuali, modelli di lavoro asincroni, automatizzazione degli spazi attraverso la prenotazione degli ambienti e tracciabilità.
Incrementare consapevolezza e comunicazione
Sapevate che il lavoro in ufficio può avere un impatto positivo sul benessere mentale dei dipendenti?
Sono molti, infatti, gli studi che hanno rilevato che, operare dall’ufficio dai 3 ai 4 giorni a settimana, migliora l’umore del 54% rispetto a coloro che continuano a lavorare esclusivamente da casa.
In previsione di un rientro, sarà quindi importante informare i propri dipendenti riguardo a tutti i benefici che il lavoro in sede riesce a garantire. Tra questi, la connessione umana, la cultura aziendale, il senso di sicurezza e fiducia che solo un’impresa davvero “presente”, rispetto ai propri collaboratori, riesce a trasmettere.
Leave a Comment