La pandemia, oltre all’emergenza sanitaria, ha innescato tutta una serie di incertezze anche per quanto riguarda il lavoro e il sistema pensionistico.
Per dare risposta a coloro che si interrogano sui cambiamenti introdotti o in arrivo per questo 2021, ecco qui un articolo per vedere, insieme, le principali novità in ambito professionale e pensionistico.
Divieto di licenziamento
Tra le novità legate ai decreti varati per contrastare le difficoltà scaturite a seguito della pandemia, resta attivo fino al 31 marzo 2021 il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Assunzioni agevolate
Le imprese che decideranno di assumere a tempo indeterminato lavoratori under 36 nel 2021 e 2022, avranno diritto a una decontribuzione al 100% per 3 anni e fino a 6000 euro l’anno. Questo sarà valido anche nel caso in cui un contratto a termine venga trasformato in posto fisso.
Agevolazioni analoghe anche per le aziende che assumeranno donne disoccupate. La durata, in questo caso, sarà di 12 mesi per i contratti a scadenza e 18 mesi per quelli a tempo indeterminato.
Cassa integrazione Coronavirus
La cassa integrazione Covid viene posticipata fino al 31 marzo 2021 per tutti, fatta eccezione per i dipendenti del settore agricolo che vi potranno accedere fino a 30 giugno 2021.
Sempre al 30 giugno 2021 potranno essere erogati Cassa in deroga e assegno ordinario del Fis.
Ulteriori proroghe riguardano la decontribuzione per le aziende che non usano la cassa integrazione Covid e la cassa di integrazione straordinaria che, invece, riguarda le imprese dei settori con rilevanza economica strategica che abbiano concluso il periodo abituale dell’integrazione salariale.
Contratti a termine
Fino al 31 marzo 2021, i contratti a tempo indeterminato potranno essere prorogati o rinnovati per una sola volta e per al massimo in anno.
Opzione donna
Potranno accedere alla pensione tutte le lavoratrici che hanno maturato i requisiti contributivi e anagrafici (58 anni di età e 35 di contributi per le lavoratrici dipendenti; 59 anni di età e 35 di contributi per le lavoratrici iscritte alle gestioni autonome) entro il 31 dicembre 2020.
Ape sociale
Si conferma, anche per questo anno, la possibilità di andare in pensione in considerazione di una situazione economica disagiata. Ciò sarà possibile una volta raggiunta l’età anagrafica di 63 anni, con una contribuzione tra i 28 e i 36 anni nella gestione Inps. Si pensa inoltre di allargare la platea dell’APe Sociale a lavoratori che ora sono esclusi, come i disoccupati che non hanno diritto alla NASpI e i lavoratori fragili rispetto al rischio Covid.
Per l’Ape sociale, le domande devono essere presentate entro il 30 novembre 2021.
In questo caso, l’assegno massimo sarà di 1500 euro fino al raggiungimento dell’età stabilita per accedere alla pensione di vecchiaia.
Lavoratori fragili
La tutela del ricovero in ospedale relativa ai lavoratori fragili, che non riescono a svolgere le proprie mansioni in smartworking, sarà valida fino al 28 febbraio 2021.
Part-time verticale
In questo caso, le settimane non lavorate possono essere calcolate, ai fini della pensione, facendo un rapporto proporzionale del totale della contribuzione annua e il minimale contributivo settimanale.
È altresì possibile richiedere tale agevolazione retroattiva anche successivamente alla chiusura del rapporto di lavoro.
Contratto di espansione
Prorogato fino al 31 dicembre 2021, tale tipologia di contratto può essere fruito da coloro ai quali mancano 5 anni al raggiungimento della pensione anticipata o di vecchiaia le aziende con più di 250 impiegati. Le aziende che superano i 1000 addetti dovranno garantire un’assunzione ogni 3 uscite.
Cuneo fiscale
Per i redditi da lavoro dipendente tra 28mila e 40mila euro annui è confermata una ulteriore detrazione.
Assegno di ricollocazione
Tale tipologia di assegno, nel 2021, viene riconosciuto anche alle persone discoccupate che percepiscono Naspi.
Pensione di vecchiaia
Potranno accedere a questa tipologia di pensione coloro che avranno raggiunto:
- 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori;
- 66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose;
- 5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.
Coloro che rientrano nel sistema misto, come requisito aggiuntivo, dovranno aver maturato entro i termini stabiliti un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.
Pensione anticipata
Per accedervi, è necessario soddisfare determinati vincoli contributivi, quali 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Coloro che fanno parte del sistema unicamente contributivo (lavoratori privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996 oppure con anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, purché abbiano anche 15 anni di contribuzione versata, di cui 5 successivi al 1995) possono anche ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto di aver maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale(comma 11, articolo 24, dl 201/2011).
Ci sono, poi, i lavoratori precoci, ovvero coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi. Gli appartenenti a questa categoria possono anche raggiungere la pensione anticipata con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica (Quota 41). A ciò si aggiunge il requisito di entrare in una delle categorie tutelate.
Elencati nel decreto legislativo n. 67/2011 ci sono i lavoratori in impieghi usuranti. Coloro che hanno svolto impieghi quivi rientranti per almeno metà della propria vita professionale, o perlomeno 7 negli ultimi 10, è possibile rientrare nella pensione anticipata con la quota 97,6, per la quale sono richiesti almeno 61 anni 7 mesi di età o, in alternativa, almeno 35 anni di contributi.
Quota 100
Almeno per un altro anno, resterà in vigore l’opzione Quota 100 che prevede la possibilità di pensionamento laddove la somma tra età anagrafica e contributi raggiunga, appunto, 100. In questo caso, i requisiti sono:
- età anagrafica pari almeno a 62 anni;
- anzianità contributiva pari almeno a 38 anni.
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