Quello dell’imprenditoria femminile è un fenomeno relativamente recente. Le start up delle donne sono, in prevalenza, di piccole dimensioni, ma con caratteristiche e obiettivi altamente definiti: innovative, maggiormente green e sostenibili, puntano a migliorare la qualità della vita.
Le donne lo sanno: migliorare il mondo è un’impresa
Negli ultimi anni, in misura sempre crescente, abbiamo visto nascere imprese costituite da donne o, comunque, con prevalenza femminile. Ciò è stato reso possibile anche da una maggiore sensibilità dimostrata dal Governo rispetto le pari opportunità, che spesso si è tradotto in incoraggianti incentivi.
Oltre a questo, il maggior merito spetta proprio a loro: alle donne, che hanno saputo credere in un “cambio di rotta”, si sono guardate bene intorno, comprendendo i reali bisogni che caratterizzano il contesto attuale. E, spesso, hanno deciso di partire proprio da lì.
Resilienti e tenaci, sono state in grado di coniugare la tendenza all’innovazione con una profonda consapevolezza ambientale.
Donne, innovazione e ambiente
Come conferma del fatto che le imprese capitanate da donne siano maggiormente sostenibili rispetto a quelle maschili, troviamo l’undicesimo rapporto di GreenItaly 2020, elaborato con i dati di Fondazione Symbola–Unioncamere e le stime di Si.Camera. Non solo esse si dimostrano più sensibili rispetto ai temi ambientali, ma sono anche più propense ad investire in progetti che assicurino un maggiore risparmio energetico.
La salvaguardia dell’ambiente in vista delle generazioni future è un tema, oggi, caro a tutti. Anche a molti consumatori che vedono, – e spesso ricercano – aziende che usano prodotti naturali e/o che si impegnano anche da un punto di vista sociale.
Essendo imprese nate soprattutto negli ultimi anni, queste non hanno dovuto riadattarsi rispetto agli attuali standard di digitalizzazione. Anzi, molte nascono proprio dall’innovazione.
Alcune start up di donne
Dai pigmenti naturali, alla moda etica, non mancando di passare dal cambiamento climatico e dall’energia sostenibile: la politica di impresa delle donne è volta alla cura ambientale e alla creazione di valore aggiunto. Vediamo, ora, insieme alcune delle start up femminili e innovative, in piena linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite per il 2030.
U-Earth, in grado di purificare l’aria dai contaminanti organici attraverso una rivoluzionaria tecnologia biotech. La stessa fondatrice, Betta Maggio, ha promosso U-Mask, una mascherina che si autosanifica grazie ad un apposito filtro che ne intrappola i patogeni e ne impedisce la proliferazione.
Needo, un nido per bambini, estremamente flessibile e on demand, che reinventa container marittimi.
Fili Pari si impegna a trasformare gli scarti della lavorazione del marmo in una fibra tessile che rende i tessuti impermeabili, antivento, resistenti e morbidi.
RiceHouse, invece, ricicla gli scarti del riso e li trasforma in materiali bio per l’edilizia.
SAM (Sustainable Architectural Market), una piattaforma che sostiene e promuove aziende e privati che applicano la green economy.
Endelea, realizzato in Tanzania, ma dal design italiano, offre opportunità di impiego e crescita professionale a sarti e artigiani di Dar es Salaam. Un progetto di moda etica che, in più, propone tessili e accessori realizzati in tessuto wax. Oltre a lavorare in modo inclusivo, sostenibile ed etico, reinveste anche una parte del guadagnato in progetti per supportare laformazione delle giovani donne imprenditrici africane.
Leave a Comment