Con Pet Therapy viene indicata l’interazione uomo-animale in ambito medico.
Si tratta, infatti, di una terapia dolce che vede cani, gatti e altri animali protagonisti assoluti nel supporto al paziente.
Con la Pet Therapy si vanno quindi a integrare le tradizionali cure, impiegandola su pazienti, – spesso bambini – con l’obiettivo di migliorarne la loro risposta verso le terapie mediche. È un supporto rispetto differenti patologie che può risultare molto efficace: gli animali impiegati nella Pet Therapy sono soprattutto cani e gatti, ma non mancano altri esponenti del mondo animale.
Da oltre dieci anni, l’ospedale Meyer accoglie gli amici a quattro zampe
L’ospedale pediatrico fiorentino, – pilastro in cure dell’infanzia – ha presto compreso l’importanza di integrare le normali cure anche con sistemi non tradizionali, – come l’accoglienza degli animali. Metodo, questo, che si è rivelato particolarmente utile soprattutto quando si tratta di bambini.
“Il ricovero di un bambino,
afferma Gianpaolo Donzelli, presidente della Fondazione Meyer,
rappresenta un’improvvisa e spesso dolorosa interruzione della vita quotidiana […]. L’attività di Pet Therapy rappresenta, in questo contesto, un elemento significativo del processo globale di cura per avere un atteggiamento positivo per affrontare la malattia“.
Questo straordinario sistema di supporto al malato, – ma che porta conforto anche a familiari e operatori – è reso possibile grazie alla collaborazione, dello stesso ospedale, con l’associazione Antropozoa, altamente specializzata in terapie con gli animali per la malattia infantile, ma anche per la disabilità intellettiva, le difficoltà relazionali e il disturbo psichiatrico.
Animali all’interno del Meyer: ecco come
Grazie al sostegno economico della Fondazione Meyer, unito a quello di altre aziende (come, ad esempio, Best and Fast Change), i cani possono entrare in qualsiasi dipartimento di pediatria intensiva, chirurgia pediatrica, neuroscienze, area critica, oncologia pediatrica e neonatale, fino alla rianimazione.
Ciò è permesso a meticolose pratiche igieniche e a trimestrali controlli veterinari specifici e comportamentali che seguono il “Protocollo organizzativo sulle misure di prevenzione e la trasmissione nosocomiale delle infezioni negli interventi assistiti con gli animali”, stilato dall’AOU Meyer. Un protocollo talmente ben realizzato da risultare da esempio per molte altre strutture in tutto il territorio nazionale.
Al Meyer, gli animali fanno il loro ingresso nell’ospedale passando dall’ingresso principale e la loro presenza è sistemica.
“I cani sono quotidianamente presenti all’interno dell’ospedale Meyer e del reparto di neuropsichiatria infantile,
spiega Francesca Mugnai, presidente dell’associazione Antropozoa.
Il lavoro è sempre più in accordo con la parte medica: è proprio il medico ad individuare i piccoli pazienti con i quali lavorare e gli obiettivi da raggiungere: camminare, essere distratti, oppure migliorare il tono dell’umore”.
Gli amici a quattro zampe del Meyer, accompagnati dagli operartori umani, sono sei: Galileo, Malì, Budino, Muffin, Gioia, Miga.
Noi dello Studio Pieri, da quest’anno attivi sostenitori Pet Friendly, siamo orgogliosi di trovarci a pochi chilometri da una realtà straordinaria come quella del Meyer di Firenze.
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