Prima della pandemia erano pochi a conoscere lo Smart Working e, quei pochi, spesso pensavano che fosse una modalità di lavoro che solo le grandi aziende riuscivano effettivamente a mettere in pratica.
Anzi, la maggior parte delle PMI italiane non era interessata a dotarsi di strumenti di smart working, mentre quasi il 40% della Pubblica Amministrazione pensava che lavorare da remoto non fosse poi così utile.
Adesso le cose sono cambiate e nessuno può dirsi completamente ignaro a questo tema.
Lo Smart Working, promosso dallo stesso Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, riguarda la possibilità di lavorare direttamente dal proprio domicilio o, comunque, dislocati rispetto alla sede aziendale.
Una modalità lavorativa maggiormente sicura ai fine della prevenzione e del contenimento della pandemia ma che, oltre a questo, ha anche molti altri vantaggi.
Smart Working: vantaggi
Il lavoro cosiddetto agile, innanzitutto, permette di conciliare meglio la vita privata con quella lavorativa. Ma non solo:
- Riduce il tempo (lo stress) e i costi legati al pendolarismo;
- Riduce i costi aziendali (chi lavora da casa, generalmente lo fa con un proprio dispositivo, usando la propria energia elettrica, appoggiandosi sulla propria scrivania o tavolo della cucina, giusto per citarne alcuni);
- Riduce l’impatto ambientale (meno inquinamento dovuto ai mezzi privati, ad esempio);
- Permette di lavorare anche ai soggetti con mobilità ridotta a causa di malattia o disabilità;
- Incrementa la responsabilizzazione dei dipendenti;
- Favorisce la flessibilità di orario;
- Riduce gli infortuni sul luogo di lavoro o gli incidenti in generale;
- Favorisce la creatività e accelera il raggiungimento degli obiettivi.
Una modalità di lavoro, pertanto, destinata a diventare sempre più diffusa, aldilà delle emergenze sanitarie. Ce lo dimostrano i dati dell’Eurostat, nonostante le significative differenze all’interno dei vari Paesi.
Soprattutto dopo averlo sperimentato in maniera più diffusa durante questo periodo, i dipendenti che hanno potuto lavorare direttamente da casa hanno portato testimonianza di tutti i vantaggi sopraelencati.
Ma, oltre agli aspetti positivi, sono emerse anche molte problematiche e disagi non preventivati prima della messa in pratica di questa innovativa modalità di lavorare.
Smart Working: svantaggi
Come sempre, c’è l’altra faccia della medaglia. Soprattutto quando ci si ritrova improvvisamente a modificare qualche aspetto della propria vita, a farlo in maniera imposta dall’alto e in modo non pianificato. Ecco, quindi, i “contro” del lavoro da casa emersi soprattutto durante l’emergenza Covid-19:
- Impossibilità di separazione tra lavoro e vita privata;
- Isolamento e mancata possibilità di condivisione formale e informale di informazioni che si svolge in un luogo di lavoro fisso;
- Stravolgimento delle modalità di relazione tra colleghi;
- Mancanza di un determinato arco temporale entro cui un’attività lavorativa inizia e finisce;
- Difficoltà di concentrazione.
Si pensi, infatti, alle mamme che si sono ritrovate a lavorare e a badare ai figli contemporaneamente. Bambini piccoli, magari, cui dovevano preparare anche il pranzo trovandosi costrette a interrompere, anche per tempi prolungati, la postazione improvvisata di lavoro e, inevitabilmente, la concentrazione.
Si pensi, poi, alle aziende e alla loro difficoltà nel determinare le effettive ore di straordinario o alla loro impossibilità di seguire, incentivare e motivare direttamente i propri dipendenti, posti al di fuori del loro controllo.
Si pensi a tutti quei colleghi, abituati a lavorare all’interno di team e, con questi, abituati a fare gioco-forza, soprattutto per quanto riguarda progetti impossibili da realizzare da parte diuna sola persona.
Si pensi, in generale, alla difficoltà relativa alla comunicazione non più diretta, bensì resa possibile solo attraverso videochiamate (con tutti i problemi di connessione che tutti ci siamo più o meno trovati a sperimentare), telefonate o innumerevoli mail o messaggi scritti.
Insomma, anche per quanto riguarda lo Smart Working, come per la maggior parte delle cose, l‘esagerazione o una casuale o sbagliata applicazione, conduce inevitabilmente (anche) a risvolti negativi.
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