Ci troviamo in un momento storico davvero delicato: stralci di pandemia, guerra alle porte, crisi climatica e aumento dei costi paralizzano le persone. Una paralisi che si estende anche sul piano professionale.
La paralisi del mondo attuale
La percezione estesa è proprio quella di paura e immobilità: cerchiamo di accendere meno le luci, usare meno il forno per paura della bolletta; proviamo ad acquistare meno plastica per non impattare ancora di più sull’ambiente; limitiamo i viaggi perché il carburante costa troppo e anche accendere la tv spaventa, sia per il consumo che per paura delle notizie che possono arrivare dall’Ucraina. Ci troviamo in una sorta di paralisi universale che sembra non avere fine. È come se fossimo tutti fermi, – proprio per paura di muoversi – in attesa di qualcosa che non accade. E forse è meglio così, forse no. Inutile dire che, tutto questo timore generalizzato, si riversa soprattutto negli ambiti più importanti della vita delle persone: famiglia, lavoro, amici, salute e spirito. E allora si fanno meno figli, si evitano investimenti professionali, non si vanno a trovare gli amici e ci si ammala di più psico-fisicamente.
Paralisi professionale
Riuscire a fare azzardi professionali, a “lanciarsi”, – come si suol dire – in un contesto come quello attuale è veramente difficile. E così vediamo tanti imprenditori che “non se la sentono di fare quell’investimento proprio ora” o di assumere quella persona in più e tanti giovani (o meno giovani) che continuano a rimandare l’avvio della propria start up.
Non solo. Ci sono anche tanti lavoratori che non si sono ancora ripresi dalla pandemia: dopo così tanto tempo a casa, non riescono o non vogliono tornare sul posto di lavoro. C’è chi pensava di aprire partita IVA, ma “non è questo il momento”. E poi c’è chi si è mosso, ma nella direzione opposta e forzata: stiamo parlando di coloro che si sono trovati costretti a chiudere la propria attività per l’aumentare dei costi (piscine, panifici, negozi, ristoranti) o chi, invece, ha deciso di dare le dimissioni, stroncato dall’aumentare del carburante e degli affitti.
Come risolvere l’impasse professionale
E se provassimo a trasformare tutta questa immobilità in un momento di riflessione?
Proviamo a pensare a cosa ci piace davvero fare oppure a cosa sappiamo fare meglio. Proviamo ad osservare di più ciò che abbiamo: aziende, collaboratori, capacità, strumentazione. E, dopo un momento di osservazione, proviamo a pensare a come sublimare ciò che ci circonda. Ad esempio, potreste riorganizzare gli spazi rendendoli più confortevoli e funzionali; rinnovare la strumentazione o impiegarla in modi mai pensati fino ad ora; potreste scegliere di organizzare dei validi corsi di formazione per i vostri collaboratori aziendali, – o anche per voi stessi (perché no?)
Ormai l’abbiamo sentito dire tante volte: “l’evoluzione sta nel cambiamento”. E sopravvive solo chi si adatta meglio. Partiamo, allora, col prendere consapevolezza riguardo al contesto attuale: valutiamo le possibilità e i contro di questo momento. Potenziamo le capacità e affiniamo conoscenze e professionalità. Noi dello Studio Pieri siamo convinti che la vera competenza non conosca crisi o, quanto meno, solo chi è davvero formato riesce a superare meglio i momenti difficili. E allora, nonostante tutto, cerchiamo di fare tesoro di questo momento.
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