Nessuno si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi incagliato in una pandemia mondiale.
Quelli che sono stati (e che continuano ad essere) i danni economici della maggior parte delle imprese, – nonostante una breve illusione estiva – sono enormi e resta difficile, tuttora, fare previsioni rispetto al futuro prossimo.
Il deterioramento economico ha visto molti di noi come diretti interessati. Oppure, se non l’abbiamo vissuto in prima persona, sicuramente ci è arrivata una più drammatica testimonianza dal commerciante sotto casa, oppure ascoltando il notiziario o leggendo qualsivoglia articolo.
Ma, in mezzo a tutto questo sconforto, c’è anche chi ha deciso di farcela. Oggi vogliamo parlare di loro, regalandovi un po’ di speranza proprio durante questo periodo natalizio, così diverso rispetto agli anni passati.
Il successo aldilà della paura
Tutto inizia con la speranza.
Sì, perché il solo credere in qualcosa, il fantasticare riguardo a quella stessa cosa lì, passare a dirla ad alta voce, metterla in pratica e restare ottimisti, nonostante tutto, sono l’anticamera del successo.
Tutti questi mesi di fermo imposto, così, hanno permesso a menti brillanti e cuori impavidi di pensare ad una strategia di impresa, fino alla realizzazione della stessa. Un esempio può essere il sistema di Crowdliquidity ideata da Isabella Surace (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo). Si pensi, poi, a tutte quelle startup che si sono rese conto (e complici!) di tutto il processo di innovazione e di transizione digitale. Alcune imprese, invece, hanno deciso di unire le proprie forze e di riorganizzarsi attraverso un sistema di reti di impresa, sostenute da associazioni competenti come ASSORETI PMI. Infine, ci sono anche coloro che, semplicemente, hanno deciso di aprire la propria attività nonostante l’emergenza Covid-19.
Il caso di BadaMù: l’iniziativa del Mugello (Toscana) che sfida la crisi
Dietro a questo coraggio, ci sono sei giovani amici specializzati in diversi settori, che vanno dalla comunicazione, alla grafica, passando dalla fotografia, fino all’antropologia. La loro missione è quella di far conoscere e promuovere il proprio territorio, il Mugello, attraverso le sue migliori aziende che, da tempo, credono e investono sulla sostenibilità e sul km0. Quindi, oltre alle esperienze dirette laddove e come è stato possibile (produzione del latte, vendemmia in aziende a conduzione familiare, ecc…), sono riusciti a diventare, per queste realtà territoriali con così tanto da offrire, un punto di riferimento in ambito di promozione online.
L’obiettivo, ambizioso tanto quanto necessario, è quello di innescare nel consumatore un’associazione di idee tra “Mugello” e “buona qualità”. Buona, anche da un punto di vista etico. Il visitatore dovrà essere invogliato in maniera sempre crescente a scoprire questo territorio e le sue eccellenze e, magari, – come affermano gli stessi ragazzi ideatori del progetto – esclamare: “Bada che roba!” (laddove “Bada”, dal dialetto toscano, significa “Guarda”, con forte entusiasmo).
Lo stesso “Bada” che, insieme a “Mu” (abbreviazione di Mugello) dà origine al nome dell’attività “BadaMù“.
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