Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Domani venerdì 25 novembre sarà la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Fin dal 1996 sono state emanate leggi a tutela delle donne vittime di violenza. Tra le disposizioni più recenti troviamo l’art 24 del D.lgs 15/06/2015 che prevede, per le lavoratrici vittima di violenza di genere, la possibilità di fruire di un congedo retribuito.
A chi si rivolge il provvedimento
- Le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, tranne le lavoratrici domestiche, possono fruire di un congedo retribuito.
- Le lavoratrici con un contratto di tipo coordinato e continuativo che hanno diritto ad una sospensione del rapporto contrattuale.
Quando si può richiedere
Il congedo può essere richiesto dalle lavoratrici che siano vittime di violenza di genere, ovvero vittime di “tutte quelle forme di violenza, psicologica,fisica o quella sessuale”(qui trovate una descrizione più accurata), purchè inserite in percorsi di protezione certificati da:
- servizi sociali del comune di residenza
- centri antiviolenza
- case rifugio
Durata del congedo
Il congedo può essere richiesto per un periodo massimo di 3 mesi.
La richiesta di congedo deve essere comunicata al datore di lavoro almeno 7 giorni prima dell’inizio dello stesso, specificando le date di inizio e fine congedo e allegando la documentazione in cui si attesta la violenza subita.
Trattamento economico
La lavoratrice ha diritto ad un’indennità equivalente all’indennità di maternità. Questo significa che nel settore privato i soldi vengono anticipati dal datore di lavoro per conto dell’INPS, invece nel settore pubblico è la pubblica amministrazione a pagare l’indennità. Il periodo di congedo vale ai fini dell’anzianità di servizio, della maturazione delle ferie, della tredicesima e delle ferie.
Come utilizzare il congedo
Il congedo può essere utilizzato nell’arco temporale di tre anni, su base giornaliera o oraria come previsto dal CCNL (contratto collettivo nazione del lavoro) di riferimento.
Part-time
La lavoratrice che subisce violenza di genere ha inoltre il diritto di far trasformare il suo contratto di lavoro da full-time a part-time, con la possibilità di trasformarlo nuovamente in full-time su sua richiesta.
Conclusione
Senza ombra di dubbio c’è ancora molto da fare nell’ambito del razzismo di genere e probabilmente il problema non è legislativo ma culturale, tuttavia dobbiamo cercare di sfruttare gli strumenti che abbiamo a disposizione cercando di impegnarci singolarmente affinché la disparità tra le persone scompaia.
Grazie Meri, non sapevo di questa possibilità. Condivido volentieri