Il concetto di impiego tradizionale è cambiato per molti lavoratori; ma anche le vacanze non sono più quelle di una volta. La percentuale di “holiday workers”, – ovvero coloro che si portano avanti con il lavoro dal luogo di vacanza – è decisamente aumentata in questi ultimi anni. Soprattutto in concomitanza con la chiusura delle scuole, sono sempre di più i collaboratori che decideranno di passare alla modalità smart, magari connettendosi dalla seconda casa oppure sfruttando la rete wi-fi della struttura ricettiva del momento.
Che cosa vuol dire essere “Holiday workers”?
Per anni i lavoratori sono stati abituati a separare il lavoro rispetto alle ferie. Poi c’è stata la grande cesura della pandemia che ha permesso (o costretto) di combinare i due concetti storicamente divisi. Da allora, molti impiegati scelgono di combinare assieme gli elementi di smart working e vacanza, un’estate dopo l’altra.
Tra i vantaggi di cui gli smart workers portano testimonianza, oltre a quello di poter lavorare serenamente da qualsiasi località turistica, c’è un maggior equilibrio tra vita privata e professionale. E questo vale soprattutto per i nuclei familiari.
Molta apprezzata, poi, è la possibilità di poter “allungare” il periodo di vacanza, la quale non è più vincolata da un numero limitato di giorni di ferie.
Dall’altro lato, ovvero per tutte le località turistiche e per le strutture ricettive, l’holiday working si traduce in accoglienze più lunghe; spesso, anche “fuori stagione”. Allo stesso tempo, anche gli operatori turistici hanno la possibilità di rinnovare la propria offerta.
Holiday workers e chiusura delle scuole
La gioia dell’inizio delle vacanze per i bambini viene affrontata dai genitori come un momento di vera e propria emergenza. Mentre i più piccoli saranno a casa, in molti casi, papà e mamma dovranno continuare a lavorare.
Come fare, allora? Molti si troveranno costretti a subordinare il proprio stipendio in centri estivi sempre più costosi. Almeno nel centro Italia, le quote di partecipazione si aggirano intorno alle 150,00 euro a settimana per bambino, magari con un 5% di sconto in caso di ogni fratello o sorella aggiuntivo.
Alla luce di queste considerazioni, la possibilità di “tramutarsi” in holiday workers per buona parte del periodo estivo, si prospetta decisamente come un enorme vantaggio. Economico e sociale.
Un viaggiatore su dieci lavora dal luogo di vacanza
Secondo la rilevazione Istat del 2022, il 9,7% dei vacanzieri ha lavorato dal luogo da remoto.
Già dalla primavera si inizia ad assistere a un aumento di questo fenomeno, ma è proprio durante l’estate che su verifica un vero boom.
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