Ci sono gesti semplici, come aprire le finestre dell’ufficio, che hanno una grande importanza per la nostra salute e per il benessere stesso degli ambienti di lavoro. Scopriamo, allora, tutti i benefici (anche psicologici) di questa semplice pratica.
Inquinamento dell’aria
Tra gli argomenti più discussi degli ultimi anni, certamente, c’è l’inquinamento dell’aria. Non di rado, si parla dello smog presente nelle grandi città e di tutti gli agenti inquinanti presenti in ciò che respiriamo. Ma sapevate che l’aria indoor è più nociva di quella esterna?
I principali agenti contaminanti, in questo caso, sono parte imprescindibile dell’ufficio/posto di lavoro. Sono costituiti, infatti, dalle persone e dalle attività da queste svolte (respirazione, fumare, ecc) e da materiali e macchinari presenti nell’ambiente in cui si svolgono le proprie mansioni. In particolare, possono essere elementi inquinanti certi materiali di costruzione, finitura e arredamento (vernici, tappezzerie, moquette), sostanze chimiche (prodotti per la pulizia) e materiali per stampanti e fotocopiatrici (toner e cartucce).
Se si pensa che la maggior parte delle persone passa la maggior parte del tempo in spazi confinati e isolati (cappotto termico) per evitarne la dispersione di calore, allora, è possibile comprendere l’importanza di areare bene e frequentemente quegli stessi spazi. Anche (forse soprattutto) in inverno.
Norme e consigli per l’areazione in ufficio
Le condizioni del microclima (incluse la velocità dell’aria, l’umidità e la temperatura) sono fondamentali per garantire il benessere a chi lavora. Le ripercussioni, in questo specifico caso, non sono immediate, ma ci sono. Tra queste, il rischio della cosiddetta sick-building syndrome, che si manifesta con sintomi quali l’irritazione degli occhi e delle vie aeree, l’irritabilità, la sonnolenza, le irritazioni cutanee, la nausea, il mal di testa e altri disturbi nervosi.
Per quel che concerne le leggi di riferimento, la norma più rilevante è il DPR 303/56 modificato in seguito dal DLgs 626/94 e dal DLgs 242/96. In questo viene ribadito l’obbligo di garantire sufficiente aria salubre ai lavoratori, eventualmente raggiunta con impianti di areazione ausiliari. Secondo quanto imposto dai regolamenti locali di igiene edilizia, il ricambio di aria si ottiene – per usare il linguaggio burocratico delle normative – “mediante superfici apribili”: insomma, con le finestre, che garantiscono una aerazione naturale.
Qual’è l’orario migliore per aprire le finestre?
Durante la stagione invernale, si consiglia una ventilazione a breve termine intensiva. In altre parole, sarebbe opportuni aprire tute le finestre degli ambienti per 10-15 minuti, così da generare il cosiddetto “riscontro” d’aria. Azione che sarebbe auspicabile ripetere almeno 2-3 volte nel corso dell’orario di lavoro. Questo sistema di ventilazione a breve termine intensivo, evita che la casa si raffreddi del tutto con dispendio energetico e favorisce invece una buona circolazione dell’aria. Tra gli orari migliori per attivare questa pratica, senz’altro, la mattina appena arrivati in ufficio, visto che l’aria mattutina è fresca e pulita, – ma anche prima di lasciare la struttura.
Arieggiare l’ufficio fa bene anche al cervello
Aprire le finestre negli ambienti lavorativi e far circolare (bene!) l’aria, non solo ci protegge dall’effetto “stalla di cavallo”, virus, batteri e muffe, – ma aiuta a migliorare le nostre performance cognitive. L’aria fresca, ricca di ossigeno, rende più facile pensare in maniera lucida e creativa, come riporta una recente ricerca dell’Università di Havard. Anche perché negli ambienti chiusi si trovano, oltre all’anidride carbonica che espiriamo, anche numerosi composti volatili (Voc).
L’importanza delle finestre anche in psicologia
Il simbolismo della finestra, intesa non soltanto come elemento architettonico, è potentissimo.
Le aperture verso l’esterno, infatti, spezzano i limiti fisici ed emotivi e permettono, altresì, di spaziare psicologicamente, pur rimanendo fermi. Questo conferisce un ampio respiro anche alla creatività.
La progettualità architettonica di un ufficio o di una costruzione aziendale, infatti, non deve essere solo il fulcro delle esigenze produttive, ma anche delle istanze emotive e necessità psicologiche delle persone che vi operano. La finestra rappresenta un trait d’union con ciò che sta all’esterno. In questo senso, quindi, la finestra rappresenta in qualche maniera un ponte.
L’architettura razionale dovrà inoltre tenere conto delle finestre anche nel loro impatto simbolico e archetipico per gli impiegati aziendali, fatto sia di necessità individuali e di privacy che di integrazione e comunicazione.
E, per concludere, un link spensierato che ti permetta di scoprire la tua personalità in base al tipo di finestra scelta.
Test psicologico della finestra: scopri la tua personalità
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