Ci siamo. Intorno al 15 settembre, più o meno in tutta Italia, la campanella della scuola tornerà a suonare. Finalmente. Ma come mai le famiglie, spesso compresi i bambini stessi, non vedono l’ora che ricominci la scuola? Non è che, per caso, tre mesi di vacanza filati sono un po’ troppi?
Lavoro/scuola – balance
È capitato di trattare o, quando meno, di sentire parlare del fatidico equilibrio da vita privata e lavoro. Tra queste due sfere, ve ne è un’altra importantissima: la scuola. Il ruolo dell’istituzione scolastica, infatti, non è determinante solo in vista del futuro professionale (nonché civico) dei bambini e ragazzi di oggi; riveste un appoggio imprescindibile anche per le famiglie, permettendo alla maggior parte dei genitori di andare a lavoro. E già non è sempre facile riuscire ad incastrare gli orari dell’uno e dell’altra.
Ma d’estate?
È vero, ci sono i centri estivi. Dalle 08:00 alle 17:00 (o solo la mattina) si può scegliere di far frequentare ai nostri bambini le più variegate attività, proposte attraverso un programma giornaliero fitto di giochi e sport e compiti e creazioni e bagni in piscina e lingue straniere. Ma a quale (caro) prezzo? Sempre di più sono le famiglie che lamentano dell’aumento del costo del campo solare da dopo l’emergenza sanitaria. Le attività estive nell’orto che prima venivano pagate 80,00 euro la settimana, orario completo e con pasto, adesso costano, in media, 140,00 euro. Quota a bambino, si intende. Ma il prezzo da pagare non è solamente in euro. Spesso, i bambini arrivano a casa stremati dal caldo e da tutto quello stare insieme a tutti, tutto il giorno. Possibilmente mai fermi. E, nonostante la stanchezza all’ordine del giorno, l’inizio della scuola è sempre troppo lontana. Anche per loro.
Tre mesi di vacanze dalla scuola, forse, non sono un po’ troppi?
È dalla notte dei tempi o, forse, è meglio dire dall’estate dei tempi che i bambini non vedono l’ora che arrivino la vacanze estive per poi ritrovarsi inconsapevolmente alienati a ridosso di settembre. C’è chi ha paura di tornare a scuola, perché non c’è più abituato; chi, invece, non ha fatto altro che annoiarsi, magari sempre in compagnia dei nonni, – stanchi pure loro – e allora non vede l’ora di tornare accanto al suo compagno di banco.
Poi ci sono i genitori che non sanno più dove battere la testa, quale centro estivo scegliere, come far tornare i conti, quale compromesso trovare tra casa e attività e (fortunato chi può!) nonni. Soprattutto in in paese come l’Italia, in cui il settore terziario, – il turismo – è il più ingente, pochissime persone possono permettersi così tante ferie tutte insieme. Non di rado, in particolare per coloro che lavorano con contratto stagionale, capita che uno dei due genitori si trovi costretto a lasciare il lavoro perché, sommando tutte le spese, ci si ritrova a guadagnare di più stando a casa, piuttosto che pagare le crescenti quote dei centri estivi e il carburante, il cui prezzo svetta ancora parecchio in su. Tra l’altro, in misura maggiore, sono le donne che si trovano a sacrificare il proprio impiego per tappare i buchi familiari e sociali.
Come funziona la scuola all’estero?
Secondo i dati raccolti da Eurydice, l’organizzazione dell’Unione Europea che si occupa di informazione sullo stato dell’istruzione, nel 2022 l’Italia è stato il paese con le vacanze estive consecutive più lunghe tra quelli dell’Unione Europea, insieme alla Lettonia e a Malta. In altri paesi vicini come la Francia e la Germania invece le vacanze durano solitamente tra un mese e mezzo e due mesi, compensati con pause più frequenti durante l’anno scolastico (il numero di giorni di scuola infatti non è superiore a quello dell’Italia, anzi: è spesso inferiore).
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