Cause, effetti e superamento dello skill mismatch in Toscana. Dalla collaborazione tra Regione Toscana, AIDP Toscana, Università di Firenze e Kilpatrick Executive Search, ecco un approfondimento per sciogliere il nodo della carenza di competenze, migliorare la competitività ed essere più attrattivi a livello internazionale.
Skill mismatch: cos’è?
Prima ancora di passare alle cause di questo fenomeno, chiariamo di che cosa si tratta.
Con questo termine, – “skill mismatch” – gli economisti si riferiscono a quella falla tra collaboratori aziendali e imprese, dovuta alla mancanza di competenze adeguate. Quello che noi vedremo da una prospettiva regionale è, in realtà, un problema nazionale, acutizzatosi a seguito dell’emergenza Covid-19.
Tra le cause dello skill mismatch
La velocità attraverso la quale cambia il mercato del lavoro è senz’altro una tra le cause principali di questo gap. Mentre ci troviamo a portare avanti le nostre mansioni principali, infatti, l’economia diviene sempre più digitale e nuove professioni, sempre più avanzate, stanno per rendere obsoleto il mondo (del lavoro), così come lo intendiamo.
A questo punto, la platea dei collaboratori aziendali già impiegati e i candidati si frammenta e, a tratti, si fa quasi paradossale. Da un lato, infatti, troviamo la disoccupazione prevalentemente giovanile e l’inadeguatezza dei candidati; dall’altro, ci sono le risorse umane già occupate che, però, non sono in possesso di tutte le competenze dettate dalle rinnovate richieste del mercato del lavoro.
Attraverso l’analisi dei risultati della Survey, – condotta da AIDP Toscana (Associazione italiana per la direzione del personale) nel luglio 2022 – è stato possibile approfondire queste principali problematiche.
Infatti, per arrivare a monte della questione, sono state coinvolte centoundici imprese toscane, – di cui più della metà di grandi dimensioni. Attraverso questionari mirati, posti direttamente ai direttori del personale, è fuoriuscita la mancanza di figure manageriali, ma anche informatici ed esperti digitali.
Principali criticità
1. Carenza di competenze di base dei giovani candidati (skill gap)
Questo aspetto critico relativo allo skill mismatch riguarda non solo i giovani neo-impiegati, ma anche la carenza di competenze riscontrata in fase di preassunzione. Ripercorrendo i risultati della Survey condotta da AIDP Toscana, – tra le cause del gap – emerge l’incapacità del sistema scolastico, soprattutto dell’istruzione pubblica, di preparare i giovani ad affrontare le nuove sfide e, in particolare, a rispondere a quello che le aziende realmente chiedono.
Oltre a questo, risulta fondamentale orientare i futuri dipendenti verso studi propedeutici a specifiche occupazioni lavorative, così da ridurre (se non evitare) lo skill shortage. Tra le migliori specializzazioni, almeno rispetto al contesto lavorativo attuale, ci sono quelle che affinano le competenze tecnico-digitali o relative alla tecnologia dell’informazione.
2. Differenza tra qualificazione necessaria a una mansione e qualificazione posseduta dagli impiegati
Come anticipato, le criticità legate allo skill mismatch non riguardano solo i giovani o, più in generale, i futuri impiegati. Gli adulti già assunti presso un’azienda o, comunque, in una fase di transizione professionale, sollevano infatti un’altra problematica: il qualification mismatch.
Con questo termine, stavolta, il riferimento cade sulla qualificazione posseduta dall’impiegato, laddove questa si dimostra, nel tempo, inadeguata rispetto alle evoluzioni del mercato del lavoro. Non solo sul piano tecnico-digitale (hard skills), ma anche rispetto a quello comportamentale (soft/human skills).
Per disinnescare questo processo e diminuire il divario, è importante che le imprese tengano ben aggiornati i “registri” relative alle competenze dei propri collaboratori e, laddove necessario, promuovano processi di reskilling (affinamento delle competenze possedute) e upskilling (implementazione di nuove competenze) per rinforzare la propria job position.
Come risolvere lo skill mismatch?
È dalla collaborazione tra AIDP Toscana, Kilpatrick e il gruppo di ricerca ICOHRS del prof. Vincenzo Cavaliere dell’Università di Firenze, che arriva la proposta di “avvicinare il modo di fare impresa” al sistema istituzionale educativo-formativo. Una volta scandagliate e comprese le cause dello skill mismatch, si è rivelato fondamentale discuterne con le istituzioni territoriali (Regione Toscana) e attori economici, educativi, sociali e imprenditoriali.
Tra le soluzioni generali utili, quindi:
- Migliorare l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche, magari promuovendo una forte sinergia con il mondo delle imprese;
- Orientare i giovani verso studi propedeutici a specifiche occupazioni lavorative;
- Mappare le competenze degli impiegati aziendali e avviare progetti di adeguamento rapido delle conoscenze e attitudini.
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