Le Reti di Imprese hanno dato grande prova di sé durante la pandemia e si dimostrano il modello migliore per la ripresa economica. È con questo modello che le singole imprese, riunite, riescono a performare favorendo l’aggiornamento tecnologico-digitale, rafforzando comunicazione e relazioni, oltre ad acquisire competenze sempre nuove. Questo è quanto possiamo osservare dal 3° Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti di Impresa, al quale partecipano InfoCamere, RetImpresa e il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
La crescita delle Reti di Imprese
Le imprese che maggiormente hanno sottoscritto contratti di Rete riguardano principalmente tre settori: agroalimentare (22%), commercio (14%) e costruzioni (12%). Le Regioni più interessate, in questo senso, sono state Lazio (24,3%), Lombardia (10,5%) e Veneto (7,8%).
Nonostante tutte le difficoltà dell’ultimo anno, – che ben sappiamo – le Reti di Imprese sono riuscite a registrare una crescita costante anche in questo periodo. Nel 2021 i contratti di Rete sono incrementati del 13,3% (+885 nuovi contratti rispetto al 2020) e le imprese in Rete del 10% (ovvero 3.849 in più rispetto al 2020).
Al 31 dicembre dello scorso anno, le imprese entrate in Rete erano 42.232, per un ammontare di 7.541 contratti di Rete. La tendenza, con tutta probabilità, confermerà nel tempo l’uso di questo particolare modello che sembra rispondere perfettamente alle esigenze della struttura industriale italiana.
Ed è così che si è espresso il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi:
“L’analisi delle filiere che emerge dall’Osservatorio sulle reti d’impresa consente di cogliere aspetti di grande interesse per sostenere l’evoluzione del tessuto imprenditoriale del Paese in questa fase di ripresa. Una lettura più consapevole, attenta e puntuale dei dati del Registro delle Imprese sui fenomeni più dinamici della nostra economia, come quello delle reti, è condizione indispensabile anche per sfruttare al meglio le risorse del Pnrr, attuando quel principio di accountability che ci viene chiesto dall’Europa per rendicontare i risultati dei progetti e promuovere il riuso delle best practice”.
Come performare al meglio attraverso le Reti di Impresa?
Le Reti che si sono dimostrate più efficienti hanno tutte delle caratteristiche in comune:
- Presentano risorse e competenze complementari fra di sé (soprattutto intangibili);
- Somigliano al mercato di riferimento;
- Danno molta importanza alle tecnologie legate ai dati e all’automazione;
- Si focalizzano sulla digitalizzazione;
- Incentivano le start up;
- Prendono spunto dalle grandi imprese e dalla filiera delle scienze della vita.
Il potere contrattuale, rispetto al passato, ha registrato una notevole crescita, insieme alla diminuzione dei costi di produzione, all’incremento della formazione e della partecipazione a bandi e appalti.
A questo proposito, la sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Tiziana Nisini, ha affermato:
“Le reti d’impresa rappresentano un innovativo modello di organizzazione del lavoro e possono contribuire a rafforzare le competenze e i livelli di specializzazione all’interno delle filiere. È evidente che parlare di rete significa parlare di gruppo, vuol dire unire competenze per creare sinergia, vuol dire proporre soluzioni di elevata qualità e professionalità, anche per favorire il mantenimento dei livelli di occupazione e sostenere politiche attive del lavoro e ricambio generazionale”.
Durante il suo intervento, inoltre, ha ufficializzato che il decreto sulla codatorialità è stato registrato dalla Corte dei Conti. Le procedure di attivazione per le aziende che ne faranno richiesta saranno, quindi, pubblicate sul sito del Ministero del Lavoro.
Start up e Reti di Imprese:
Fabrizio Landi, presidente di RetImpresa, è invece intervenuto ponendo l’attenzione su un’importante novità del Rapporto 2021: le reti di imprese fungono da “incubatore virtuale” per le start up. Vengono, infatti, messe a disposizione delle imprese più tradizionali tutte le innovazioni tipiche delle start up, quali: digitalizzazione, competenze tecniche, know how, consulenza strategica e creatività.
Tutti questi indicatori,
ha concluso il Presidente di RetImpresa,
ci spingono a continuare a lavorare con le Istituzioni per promuovere e sostenere modelli di partenariato efficienti e qualificati in grado di intercettare le opportunità di sviluppo e, in particolare quelle del PNRR, e di rendere più competitivo il sistema imprenditoriale italiano.”
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